Alle tre del mattino, mentre la Città era immersa in un sonno profondo, al Mercato Ittico tutti gli addetti erano svegli e in fermento per preparare il pesce a mezza Europa.
Era ancora buio profondo quando a bordo dei pescherecci “Profeta” e “Audace” siamo usciti dal porto di Chioggia per dirigerci a est, a circa 15 miglia dalla costa, in cerca del pesce azzurro.
Il mare fortunatamente era in bonaccia e sembrava preannunciare una splendida giornata di “pesca volante” (due pescherecci affiancati trascinano una rete molto lunga, viaggiando alla stessa velocità e lontani l’uno dall’altro).
Al timone del “Profeta” il comandante Stefano Zennaro, figlio di Gimmi Zennaro, l’armatore della flotta e presidente del Consorzio Mare Adriatico che,invece, era alla guida dell’ ”Audace”. Entrambi rappresentano, assieme ad Alessandro, il secondo figlio di Gimmi, la quarta generazione di pescatori dell’omonima famiglia. Nel corso degli anni hanno cresciuto notevolmente la loro potenzialità, diventando i proprietari della maggiore flotta di pescherecci locali: navi di trenta metri, attrezzate a bordo di ogni confort, compresi macchinari per la selezione del prodotto, strumenti radar per la navigazione e la ricerca del pesce in mare.
Gimmi Zennaro confessa, però, che il suo grande sogno di ragazzo era di diventare calciatore, le doti e l’esperienza di attaccante le aveva tutte, ma per assecondare il padre Corrado, decise di continuare la tradizione del pescatore.
Persona dotata di un grande altruismo, intraprendenza e lungimiranza imprenditoriale, con i suoi due figli ha di recente costituito la “Zennaro Group” che gestisce anche la più importante fabbrica locale del ghiaccio e un deposito di gasolio. Fu il primo a denunciare la presenza di bombe nell’ Adriatico, sganciate nel corso della guerra nell’ex Jugoslavia. Egli stesso, nel maggio del 1999, fu vittima con i suoi marinai dello scoppio di un ordigno bellico pescato con le reti, salvandosi per miracolo.
La giornata di pesca è terminata nel tardo pomeriggio con una moltitudine di gabbiani che, in corteo, ci hanno accompagnato fino al porto: un’avventura molto istruttiva per comprendere la natura e i valori del lavoro in mare e per apprezzare il rispetto che i pescatori nutrono verso il loro ambiente.
Naturalmente parte dei prodotti pescati sono stati poi lavorati e trasformati con sapiente maestria dallo chef Nicola presso l’Osteria omonima, poco lontano dal Mercato Ittico. L’accoglienza e il personale hanno reso il nostro repas molto piacevole.
E’ stato presentato un menu ricco e particolarmente prelibato così composto: Antipasto rinforzato con Piovra, Seppie, Gamberi, Tentacoli, Paranza, Bulli, Parè e patè di Dentice e Orata. A seguire due primi: Tagliolini al Granchio Blu e Paccheri all’Amatriciana di Pesce. Per secondo: Frittura composta da Triglie, Calamari, Gamberetti, Sarde, Seppie e Sogliole e una delicata Ombrina alla griglia. Per concludere è stato servito un Tiramisù fatto in casa.
I vari piatti sono stati accompagnati da ZORE, una bollicina, metodo charmat, delicata e persistente che ben si abbina al pesce. Si tratta di una Corvina vinificata in bianco , un prodotto realizzato dall’ esperienza e tradizione dell’Azienda Agricola Paolo Cottini di Fumane (Vr) che da generazioni si distingue per l’alta qualità.
Per i saluti finali abbiamo brindato al Solstizio d’Estate con un calice di “Fior d’Arancio”, Moscato giallo, metodo charmat, dell’Azienda Agricola “Pigafetta” di Rovolon (Pd), i cui proprietari discendono dal grande navigatore Antonio Pigafetta che circumnavigò il globo terracqueo tra il 1519 e il 1522 al seguito di Ferdinando Magellano.
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