Il Bailliage Como ha il piacere di presentare l' evento "Diner de Noël", in programma Giovedì 05 Dicembre 2019 alle ore 20:00, che si svolgerà al Clubino, sito in Via degli Olmi n° 3 a Milano ( Mi ).
Ed ecco, di seguito, la lettera di presentazione condivisa dalla Bailli Tiziana Manca di Mores e, di seguito, il menu ( visionabile e scaricabile ) in formato PDF curato dal Executive Chef Emanuele Poli ( Chef Rôtisseur ):
PRESENTAZIONE:
"Entrate al Clubino
Nelle segrete stanze del circolo più esclusivo della città dove il telefonino è vietato
«Lasciate ogni arroganza voi ch’entrate ». Potrebbe essere il motto del Clubino, esclusivo circolo per soli uomini che dal 1901 accoglie la più operosa borghesia e l’aristocrazia illuminata di Milano e dintorni. Alle origini proprietari terrieri, avvocati, medici, ingegneri, industriali del tessile appassionati allo stesso modo di impresa e di sport, eleganti ed esigenti al punto di mandare le camicie a lavare e stirare a Londra, come il dandyssimo Beppino de Montel, presidente del Clubino negli anni quindici del Novecento. Oggi per la prima volta anche il pubblico potrà penetrare le segrete stanze di via degli Omenoni grazie a un volume illustrato che i soci hanno commissionato a due studiosi di storia — Maria Canella e Germano Maifreda — per gli 80 anni del circolo nella cinquecentesca sede dietro piazza Scala (prima fu in via Berchet e in via Ugo Foscolo).
Secondo la tradizione dei club inglesi, anche il Clubino nasce come luogo di incontro e svago extra-domestico, ma nel tempo è diventato molto altro: l’incubatore di una classe dirigente unita, oltre che dal ceto, dai valori dell’integrità, della gentilezza d’animo e della discrezione. «È un luogo di accumulazione di quelle che gli economisti chiamano le 'risorse scarse': la fiducia, la reputazione, le informazioni», spiega Germano Maifreda, ricercatore di Storia economica e sociale dell’età moderna all’Università Statale di Milano. Ma «se pensate di venire qui per fare affari con i soci, vi sbagliate di grosso», avvertiva il presidente «Giovannino» Sforza nel suo discorso di benvenuto ai nuovi iscritti all’inizio dei rampanti anni Ottanta. Il regolamento del circolo vieta l’ingresso alle sale con cellulari, cartelle e valigette. E i portieri sanno essere molto assertivi. Nella sala da pranzo dei soci nessuno sceglie dove sedersi a tavola. «Ci si accomoda in ordine di arrivo. Mano a mano che gli ospiti sopraggiungono, i camerieri aggiungono un tavolino, così capita che il più giovane sieda accanto al più anziano, l’ultimo arrivato vicino al grande imprenditore. È una forma di democrazia, un modo per scompaginare eventuali sottogruppi e anche un’opportunità di formazione. Le gerarchie che valgono fuori cessano di esistere dentro al circolo», osserva Maria Canella. Tra parentesi, pare che si mangi benissimo. «I soci portano le loro ricette di famiglia e i cuochi le conservano», racconta Maifreda. «Forse è rimasto l’unico vero ristorante milanese della città».
Del resto il risotto del Clubino è già negli annali grazie a un aneddoto molto amato da Arbasino (uscendo dalla chiesa di San Babila dopo il funerale dell’adorata consorte e dirigendosi verso il circolo, il Conte Greppi si sarebbe così rivolto agli amici: «E così, fra una roba e l’altra, anche oggi abbiamo fatto l’ora del risotto»). Il volume, edito da Lucini, comprende un saggio storico- artistico sulla Casa degli Omenoni (ristrutturata dopo la seconda guerra mondiale da Piero Portaluppi), ricordi dei soci, fotografie e una postfazione di Giulio Sapelli. Inutile cercarlo in libreria: ne sono state tirate un migliaio di copie per i soci, però si può consultare nelle principali biblioteche e fondazioni cittadine."
CHAÎNE DES RÔTISSEURS
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